Cos’è il whistleblowing e perché è importante per le aziende
Negli ultimi anni il tema del whistleblowing aziendale è diventato centrale nella governance etica delle organizzazioni.
Con il termine whistleblowing si indica la possibilità, per lavoratori, collaboratori o persone esterne, di segnalare in modo riservato e protetto comportamenti illeciti o irregolari avvenuti all’interno di un’azienda o di un ente.
Il whistleblower, letteralmente “colui che fischia il pericolo”, aiuta l’organizzazione a individuare criticità e a prevenire rischi legali o reputazionali.
Per questo la legge tutela il suo anonimato e vieta qualsiasi forma di ritorsione.
Un sistema di whistleblowing efficace, quindi, non è solo un obbligo di legge: è uno strumento di trasparenza e fiducia che migliora il clima interno e rafforza la reputazione esterna dell’impresa.
La normativa sul whistleblowing in Italia
Dal 15 luglio 2023 è in vigore il Decreto Legislativo 24/2023, che recepisce la Direttiva europea (UE) 2019/1937 e impone a imprese e organizzazioni di dotarsi di un canale interno di segnalazione sicuro, anonimo e conforme al GDPR.
Oggi tutte le aziende private con almeno 50 dipendenti devono essere in regola. Il decreto aveva previsto due scadenze progressive: 15 luglio 2023 per le imprese con più di 250 dipendenti, 17 dicembre 2023 per quelle con 50–249 dipendenti.
L’obbligo riguarda anche:
- Enti pubblici, organismi di diritto pubblico e società partecipate
- Fondazioni e associazioni che gestiscono fondi pubblici o che hanno adottato un modello 231/2001
Il canale di segnalazione deve garantire:
- anonimato e riservatezza per il segnalante
- sicurezza informatica e tracciabilità dei flussi di comunicazione
- conformità al GDPR nel trattamento dei dati
Il mancato adeguamento può comportare sanzioni fino a 50.000 euro da parte dell’ANAC, oltre a danni d’immagine difficili da recuperare.
Gli obblighi per le aziende: cosa serve davvero
Per essere conformi, le aziende devono adottare una serie di misure organizzative e tecnologiche. In particolare:
- Attivare un canale interno sicuro, digitale o fisico, per ricevere le segnalazioni
- Nominare un responsabile (interno o esterno) per la gestione delle segnalazioni
- Definire e comunicare una procedura interna chiara, accessibile a tutti i lavoratori
- Garantire la riservatezza dell’identità del segnalante e delle informazioni
- Formare il personale sul corretto utilizzo del canale e sulle tutele previste
Queste misure non servono solo a evitare sanzioni, ma anche a prevenire rischi legali, migliorare la compliance e consolidare la cultura aziendale.
Come funziona una piattaforma di whistleblowing: utenti, ruoli e flusso operativo
Un sistema di whistleblowing digitale non è un semplice modulo online, ma una piattaforma strutturata che gestisce in modo sicuro ogni fase del processo. Ecco come funziona nella pratica.
Chi può utilizzare lo strumento
La legge stabilisce che possono effettuare segnalazioni:
- dipendenti e collaboratori
- consulenti, fornitori e partner esterni
- tirocinanti, volontari e stagisti
- ex dipendenti
- in alcuni casi, anche candidati durante un processo di selezione
Questo approccio crea un vero ecosistema di integrità, dove chiunque collabori con l’organizzazione può contribuire alla trasparenza.
Il flusso operativo è articolato in quattro fasi:
- Invio della segnalazione – Il segnalante accede a un portale protetto, compila il modulo e può allegare file, restando anonimo se lo desidera.
- Ricezione e protocollazione – La segnalazione arriva automaticamente nel pannello riservato ai gestori (per esempio Responsabile Compliance, OdV 231, HR o soggetto esterno). Il sistema assegna un codice identificativo univoco, utile per monitorare lo stato del caso.
- Analisi e comunicazione – Il gestore valuta la segnalazione, può richiedere chiarimenti al segnalante in modo anonimo e documenta le azioni svolte. Tutto avviene in un ambiente cifrato e tracciato.
- Chiusura e archiviazione – Al termine, la piattaforma registra l’esito e notifica il segnalante. I dati sono conservati solo per il tempo necessario, nel rispetto del GDPR.
I vantaggi del flusso digitale stanno nella garanzia di:
- Comunicazioni sicure e anonime, senza email o canali non protetti
- Tracciabilità completa delle attività interne
- Dialogo bidirezionale controllato tra segnalante e gestore
- Riduzione dei tempi e delle incertezze nella gestione