Google e gli animali in realtà aumentata

“Guarda, c’è una orso in ufficio!” Ok, stiamo scherzando. Sono solamente gli animali di Google in realtà aumentata. O forse non è  come potrebbe sembrare.

Il motore di ricerca più famoso al mondo ha introdotto da tanto tempo la possibilità di visualizzare in qualsiasi ambiente, attraverso il proprio smartphone, una serie di animali in realtà aumentata. Basterà cercare la tigre, il leone, l’orso, il pinguino e posizionarlo in un punto della stanza. Una volta apparso, sarà possibile vedere l’animale a grandezza naturale muoversi e giocarci, scattandogli una foto o un video.

Come vedere gli animali in realtà aumentata di Google

  • Cerca un animale su Google, ad esempio “leone”
  • Scorri verso la scheda nella pagina dei risultati e fai tap su “Visualizza in 3D”
  • Muovi e ruota il tuo smartphone per riconoscere lo spazio e posiziona il tuo animale
  • Have fun!

Quando la tecnologia diventa ponte verso la natura selvaggia

C’è qualcosa di paradossale nell’avere un leone che passeggia nel tuo salotto mentre sei comodamente seduto sul divano, con una tazza di tè tra le mani. Eppure, in questa assurdità tecnologica si nasconde un potenziale rivoluzionario.

Immagina di essere un bambino di città che non ha mai visto dal vivo un pinguino o un orso polare. Le fotografie sui libri sono statiche, bidimensionali, incapaci di trasmettere la maestosità di questi esseri. I documentari, per quanto meravigliosi, mantengono una distanza incolmabile. Ma quando quell’orso polare appare, a grandezza naturale, nel corridoio di casa, qualcosa cambia nella percezione.

“Guarda quanto è grande,” sussurra il bambino con gli occhi spalancati, finalmente in grado di comprendere, con un brivido di realizzazione, le vere dimensioni di queste creature. Non è più un’astrazione, ma una presenza tangibile, misurabile in relazione al proprio corpo.

La conservazione nell’era digitale

In un’epoca in cui le specie scompaiono a un ritmo allarmante – e no, non stiamo esagerando, basta vedere i dati – la possibilità di “incontrare” virtualmente animali selvatici potrebbe ridurre la distanza tra noi e gli altri esseri viventi.

La realtà aumentata potrebbe così diventare un alleato inaspettato nella lotta contro lo specismo. 

Un approccio olistico

Ciò che rende questi animali virtuali potenzialmente rivoluzionari è la loro capacità di suscitare meraviglia senza causare sofferenza. Di creare connessione senza sfruttamento. Di educare senza confini geografici.

Immaginate un futuro in cui le applicazioni di realtà aumentata non si limitano a mostrare l’animale, ma raccontano la sua storia. La perdita di habitat che minaccia la sua sopravvivenza. Le pratiche di bracconaggio che decimano le popolazioni. Le soluzioni concrete che potrebbero fare la differenza.

Immaginate di poter “adottare” l’animale virtuale che avete appena incontrato, contribuendo economicamente alla sua conservazione nel mondo reale. O di poter visualizzare, sempre in realtà aumentata, come sarebbe il vostro quartiere se fosse più rispettoso della biodiversità locale.

A Firenze è arrivato il freddo… e forse anche per questo ci piace l’idea di portare un po’ di natura selvaggia nelle nostre case, anche solo virtualmente. Ma mentre ci divertiamo con questi magnifici animali digitali, ricordiamoci che là fuori, nel mondo reale, i loro simili stanno affrontando sfide senza precedenti. E che la tecnologia può essere uno strumento potente non solo per intrattenerci, ma anche per sensibilizzarci e spingerci all’azione.

 

Perché alla fine, cosa c’è di più ironico che utilizzare uno dei simboli della nostra disconnessione dalla natura – lo smartphone – per riconnetterci ad essa in modi nuovi e sorprendenti?

Non solo Google: il filtro instagram da noi sviluppato per Humane World for Animals

Come team di Filarete, abbiamo avuto l’opportunità di toccare con mano il potere della realtà aumentata per la sensibilizzazione quando abbiamo collaborato con Humane World for Animals sul progetto Trophy Hunting. Abbiamo sviluppato un filtro Instagram che permetteva agli utenti di visualizzare nel proprio ambiente qualcosa di profondamente disturbante: un animale selvatico impacchettato come un trofeo di caccia.

L’effetto era volutamente scioccante. Vedere un maestoso leone o un elefante ridotto a “pacco” nel proprio salotto creava un cortocircuito emotivo che nessuna statistica o articolo avrebbe potuto generare. Gli utenti potevano poi condividere queste immagini sui propri canali social, amplificando il messaggio e stimolando conversazioni sulla crudeltà della caccia ai trofei.

I risultati hanno superato le aspettative: la campagna ha generato un’ondata di condivisioni e ha contribuito a raccogliere migliaia di firme per la petizione contro questa pratica. Ciò che ci ha colpito è stata la capacità della realtà aumentata di trasformare un concetto astratto e distante – la caccia ai trofei in paesi lontani – in qualcosa di personale e immediato.

A Firenze è arrivato il freddo… e forse anche per questo ci piace l’idea di portare un po’ di natura selvaggia nelle nostre case, anche solo virtualmente. Ma mentre ci divertiamo con questi magnifici animali digitali, ricordiamoci che là fuori, nel mondo reale, i loro simili stanno affrontando sfide senza precedenti. E che la tecnologia può essere uno strumento potente non solo per intrattenerci, ma anche per sensibilizzarci e spingerci all’azione.